Se questo è un uomo

Se questo è un uomo

Le cose viste e sofferte mi bruciavano dentro, mi sentivo più vicino ai morti che ai vivi. Poi lo stesso mio scrivere diventò un’avventura diversa, non più l’itinerario doloroso di un convalescente, ma un costruire lucido: un’opera di chimico che pesa e divide, misura e giudica su prove certe, e s’industria di rispondere ai perché.

P. Levi

Matteo Salvini ha annunciato che si recherà all’Istituto Tecnico Industriale “Vittorio Emanuele III” di Palermo per l’apertura del prossimo anno scolastico, con il proposito di spiegare che è sbagliato accostare leggi razziali e difesa dei confini.
Mi permetto di suggerire al Dirigente Scolastico dell’Istituto, o al suo eventuale incaricato, la prolusione a questo elettrizzante evento.

Duemilacinquecento anni fa, anno più anno meno, Siddhartha Gautama detto il “Buddha” suggeriva ai suoi discepoli: “Riconosci te stesso in ogni essere”.
Cinque secoli più tardi, Yehoshua di Nazareth detto il “Cristo” affermava: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poco importa se i due personaggi a cui sono attribuite queste parole le abbiano davvero pronunciate. Sta di fatto che esse, accompagnate da molti altri insegnamenti correlati, sono state sospinte dal vento della storia rispettivamente verso oriente e verso occidente, fino ad abbracciare tutto il mondo, e oggi, stando alle statistiche, sono più di tre miliardi le persone che si riconoscono in almeno una delle due citazioni.

Non è certamente tra i nostri obiettivi fare proselitismo religioso, così come non ci interessa la propaganda politica. Qui siamo in una scuola, qui siamo interessati ad una cultura finalizzata allo sviluppo del senso critico, al ragionamento, all’analisi e alla comprensione del mondo che ci circonda. Ci sta a cuore, soprattutto, l’educazione civica delle giovani generazioni.
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Ancora qui

Fedele al vecchio motto “scrivi poco, scrivi fuoco”, Bue punto zero per parecchio tempo non si è fatto sentire. Molto di ciò che ha pubblicato in passato è tuttora valido, e questa circostanza ha reso a lungo superfluo lo sforzo di aggiungere nuovi articoli.

L’incombere di nuove elezioni rende particolarmente attuali i numerosi messaggi che sono stati indirizzati agli elettori di Berlusconi (ad esempio questo), nonché l’articolo nel quale avevamo lasciato spazio nientemeno che a un elettore (ex elettore?) leghista. Anche le considerazioni sulla minestra putrida (si intende la coalizione che comprende Forza Italia e Lega) sono ancora valide, anzi il disgusto viene acuito dall’aggiunta massiccia di addensanti quali razzismo e xenofobia.

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Il naufragio

Proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno: due anni fa su un governo come questo ci avremmo quasi messo la firma. E neppure i due anni intermedi sono trascorsi invano: ci sono serviti per abituarci a ciò che altrimenti ora ci sembrerebbe semplicemente osceno. Già avevamo appreso infatti che PD e PdL, sostenendo il governo Monti, si erano scoperti a condividere sostanzialmente gli stessi programmi. E così ci ritroviamo ora con Napolitano al Colle e con un governo targato PD-PdL-Monti, esattamente quello che c’era prima delle elezioni.

Andando avanti di questo passo, salvo drastiche e imprevedibili rotture in corsa, non si può nemmeno escludere che il PD alle prossime elezioni si presenterà in coalizione con il PdL, magari cambiando nome: potrebbe ad esempio essere la volta del PCI: Partito del Comune Inciucio, che per noi però varrà come Popolo Comunque Inculato.
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Il legittimo finanziamento

In principio era il finanziamento pubblico ai partiti, che di per sé non è una cosa malvagia poiché avrebbe avuto il compito di evitare ai partiti la seccatura di rubare per finanziarsi. Ma siamo in Italia e quindi ad un certo punto si è scoperto che i partiti rubavano lo stesso, sia per l’attività politica sia per scopi personali; così sull’onda dello scandalo un referendum ha stabilito l’abolizione di questi finanziamenti. Sono stati allora introdotti i rimborsi elettorali, tramite i quali le casse dei partiti sono state nuovamente irrorate di fondi pubblici talmente superiori alle spese sostenute che i partiti stessi non sapevano più che cosa farsene; c’è chi ha approfittato dell’occasione per ricominciare a rubare, e si è fatto di nuovo prendere con le mani nella marmellata.

E ora siamo da capo, con una larga parte dei cittadini che chiede che anche questi rimborsi vengano soppressi. La richiesta è legittima in primo luogo in considerazione del risultato del referendum del 1993, che gli attuali rimborsi hanno aggirato surrettiziamente; in secondo luogo in considerazione della tipica indole del farabutto italico che, così come è capace di fondare un giornale senza altro scopo che arricchirsi con i finanziamenti pubblici concessi all’editoria, potrebbe anche decidere di fondare un partito politico solo per ottenere i relativi rimborsi.

Naturalmente l’eventuale soppressione di questi finanziamenti pubblici deve essere accompagnata da regole ferree circa il finanziamento privato e lo svolgimento delle campagne elettorali, poiché il supremo principio democratico su cui si fonda la Repubblica impone di garantire che i partiti dei ricchi non abbiano più visibilità di quelli dei poveri.

Ecco quindi una serie di proposte, non necessariamente originali, che possono essere adottate singolarmente o anche, con qualche eventuale adattamento, tutte insieme.

  1. Il finanziamento privato è limitato ad una cifra massima annuale, dell’ordine di poche centinaia di euro, per ogni soggetto fiscale (persona fisica o azienda), che può detrarla interamente dalla dichiarazione dei redditi. Per evitare che vengano utilizzati fondi illeciti, ogni euro che i partiti spendono per qualunque tipo di attività deve essere rendicontato in maniera trasparente, e anno per anno la spesa totale non può superare la somma accumulata tramite i finanziamenti regolarmente dichiarati. In questo modo un partito non può trarre un vantaggio sostanziale da un numero limitato di simpatizzanti molto ricchi.
  2. Nel momento in cui inizia una campagna elettorale, lo Stato garantisce in maniera totalmente gratuita ad ogni partito o lista che soddisfa i requisiti per la partecipazione una serie di servizi e risorse come: stampa di manifesti e volantini, spazi televisivi e radiofonici, palchi e altre attrezzature per comizi, eccetera.
  3. Per ogni euro che un partito spende in campagna elettorale, un altro euro deve essere versato ad una cassa comune che  giorno per giorno è suddivisa in parti uguali tra tutti i soggetti che partecipano alle elezioni. In questo modo la campagna elettorale dei partiti più ricchi va in parte a finanziare la campagna elettorale degli altri. Eventuali rimanenze vanno alla Stato.
  4. Qualunque violazione anche minima delle regole comporta l’esclusione dalla competizione elettorale e, se accertata dopo la chiusura delle urne, la decadenza di eventuali cariche già assegnate.
  5. Le stesse sanzioni si applicano a quei partiti che in campagna elettorale manifestamente mancano di rispetto alle istituzioni della Repubblica (un esempio a caso: la Magistratura) o che sostengono posizioni incompatibili con i principi fondamentali della Costituzione (un esempio a caso: l’unità nazionale).

La catena di santabarbara

Ecco un pensierino, spero gradito, per gli amici e conoscenti dei lettori di Bue punto zero, da copiare e incollare così com’è o adattare ai vostri gusti personali.


Se ricevi questo messaggio DEVI inoltrarlo ad almeno dieci dei tuoi contatti. Se non lo farai, Berlusconi vincerà le prossime elezioni, si farà impiantare una serie di organi bionici e camperà altri 500 anni. I tuoi pronipoti guarderanno le sue televisioni, voteranno per lui e organizzeranno delle catene di sant’Antonio per le sue campagne elettorali.

Attenzione! Potresti essere contattato da un “amico” che ti inviterà a votare per il Pdl e a contattare a tua volta altre persone per riproporre lo stesso invito. Se dovesse capitare, niente panico: vuol solo dire che in passato hai dato il tuo indirizzo a qualche affiliato al Pdl, o che se lo sono procurato in qualche altro modo, e che ora sei vittima della loro propaganda virale (per dettagli clicca qui). Gli risponderai con questo breve messaggio, eventualmente adattato alla situazione specifica:

Caro/a amico/a, ti ringrazio per avermi pensato.

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Vieni avanti, cretino

Sito de-berlusconizzato

A quanto si apprende, l’onorevole Silvio Berlusconi, nel tentativo di rendere il più devastante possibile la sua nuova discesa in campo, avrebbe deciso non solo di tornare a rompere il catodo con innumerevoli e interminabili apparizioni televisive, ma anche, con il supporto di Michael Slaby, nientemeno che il consulente di Obama, di diffondere nel web il suo Verbo, anzi il suo λόγος σπερματικός (Logos Spermatikos), tramite un esercito di droni da combattimento che dovrebbe saturare in maniera virale i più importanti siti sociali, i giornali, i forum, i blog e chi più ne ha più ne metta.

Sappia dunque codesto esercito che Bue punto zero, nonostante le apparenze, non è un blog de-berlusconizzato. Forse lo sarebbe diventato, se l’onorevole Berlusconi fosse stato incarcerato o se fosse passato a miglior vita. Per ora comunque siate fiduciosi, la nostra tradizionale ospitalità non verrà meno. Mosche, ragni, formiche, lombrichi, vermi d’ogni foggia e muffe d’ogni colore popolano abitualmente la sua stalla, quindi ci sarà spazio anche per voi. Guardatevi pure intorno, e se non sapete da dove cominciare provate con questo.

 



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