Concorso scuola 2012: pubblicata una bozza del bando

Sul sito del MIUR è stata oggi pubblicata una bozza dell’annunciato bando di concorso per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado. La scelta del Ministro, per quanto possa apparire irrituale, è dovuta certamente al rincorrersi in questi ultimi giorni di ipotesi incontrollate quanto inaffidabili, e permetterà ai numerosi aspiranti di farsi un’idea di che cosa li aspetta, a partire dai dettagli sui requisiti per la partecipazione.

Il bando è visibile sul sito nella sua interezza, mentre due degli allegati (allegato A e allegato C), non è chiaro per quale motivo, sono disponibili solo nell’area riservata. Possono accedervi i docenti che già possiedono  le chiavi di accesso fornite dal Ministero contestualmente alla presentazione delle domande di inserimento nelle graduatorie di terza fascia nel 2010. Chi possiede solo la prima parte del codice personale può richiedere la seconda parte alla segreteria della scuola dove è in servizio o, se non è attualmente in servizio, può recuperarla inserendo il codice fiscale nell’apposita pagina del sito della Pubblica Istruzione (Istanze on line), specificando l’indirizzo di posta certificata (PEC) su cui si desidera ricevere l’informazione.

Ma veniamo al dunque: quali sono in sintesi le novità già promesse dal Ministro al momento dell’annuncio pubblico di questa nuova e attesissima tornata di concorsi? Teniamo presente che si tratta solo di una bozza, soggetta quindi a possibili revisioni, ma un dato rimane sicuramente fermo: tutto ruota attorno all’imperativo di favorire il più possibile, nel rispetto delle norme in vigore, la carriera dei giovani meritevoli. Potranno innanzitutto partecipare al concorso, oltre a tutti gli insegnanti già abilitati, anche i laureati che abbiano conseguito una votazione finale di almeno 100/110 e i laureandi che abbiano conseguito all’esame di maturità un punteggio superiore a 90/100 e possano contare su una media degli esami universitari di almeno 27/30. Queste due categorie saranno avvantaggiate dal punto di vista economico, dovendo corrispondere una cifra di appena 149,00€ per l’iscrizione alle preselezioni, mentre agli abilitati, secondo la bozza, sarà richiesto il doppio. Nello stesso tempo il risultato della selezione per i laureandi sarà mantenuto in sospeso fino a che non avranno effettivamente conseguito il titolo.

Il punteggio che alla fine del concorso verrà assegnato a ciascun candidato sarà calcolato tenendo conto di vari fattori, attentamente pesati dal Ministero per garantire la massima equità. I docenti già inseriti nelle graduatorie ad esaurimento avranno il vantaggio di partire con una base di punteggio che consiste nella metà dei punti accumulati sulla graduatoria di appartenenza; chi è inserito in più graduatorie sarà valutato sulla base di quella dove dispone del minor punteggio. Ai non abilitati saranno invece valutati titoli precedentemente non considerati, come ad esempio gli esami ECDL (patente europea del computer). A tutti i candidati sarà poi assegnato un punteggio basato sulle prove scritte e orali, che potrà raggiungere un massimo di 600 unità. Per garantire la massima trasparenza nella valutazione ed evitare che le commissioni ricorrano a sotterfugi di vario tipo per favorire i raccomandati, ai singoli aspiranti ogni commissione potrà assegnare, a suo totale arbitrio e senza giustificazione alcuna, un punteggio aggiuntivo fino ad un massimo di 100 unità. Il punteggio risultante sarà infine diviso per il numero di anni compiuti dal candidato (a questo fine si considera l’età nel giorno della pubblicazione del bando) in modo che a parità di tutto il resto un candidato di (ad esempio) 25 anni avrà un punteggio doppio rispetto ad uno di 50.

Vi è poi, in una sezione del bando che pare ancora in fase di definizione e quindi altamente soggetta a revisione nella versione ufficiale, che include una nutrita serie di casistiche che portano ad avere dei “bonus” o viceversa delle detrazioni di punti rispetto al totale precedentemente calcolato, legate non alle qualità tecniche o didattiche dei candidati, ma a quelle morali. Si tratta probabilmente di un campo in cui il ministero si espone a possibili critiche nonché probabili ricorsi da parte di candidati che si sentissero ostacolati o danneggiati. Ad esempio si propone di assegnare 10 punti in più per la partecipazione a ciascuno dei Meeting per l’amicizia fra i popoli svoltisi negli ultimi dieci anni (questa norma potrebbe essere bocciata perché, svolgendosi il meeting di CL a Rimini, sfavorirebbe nettamente i docenti meridionali); specularmente si propone di ridurre i punti alle concorrenti di cui sono state pubblicate su riviste o sul web foto osé o comunque poco consone alla dignità del ruolo a cui aspirano, e  a questo fine verranno passati al setaccio i profili eventualmente aperti sui vari social network (in questo caso ci si aspetta che la norma venga estesa anche ai concorrenti maschi, o in alternativa soppressa, pena una pioggia infinita di ricorsi).

Farà discutere anche un’altra norma che si annida tra le tante particolarità ed eccezioni presenti nel bando, che ancora una volta è chiaramente mirata a favorire i candidati più giovani: se un aspirante ultraquarantenne dovesse classificarsi, nonostante la penalità applicata dividendo il punteggio per il numero di anni compiuti, entro i primi mille candidati, gli verranno segate le gambe.

Fondata sul lavoro

Uno degli obiettivi dichiarati del Governo Monti è agevolare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Al contempo la punta di diamante della riforma di risanamento varata dallo stesso Governo è l’innalzamento dell’età pensionabile. Difficile pensare che ad un simile consesso di tecnici, professori e luminari possa essere sfuggita la palese contraddizione che si annida tra queste affermazioni, la cui gravità aumenta se si considera che una delle parole d’ordine per le prossime riforme è flessibilità. I posti di lavoro sono quelli che sono: quando in nome della flessibilità un lavoratore attempato verrà messo alla porta in favore di un giovane rampante, non ci sarà lecito sperare che un estemporaneo corso di formazione lo renda di nuovo competitivo, poiché egli andrebbe poi a competere proprio con quei giovani che invece vogliamo favorire. Neppure avrebbe senso negargli la possibilità di andare in pensione per poi prolungare la sua agonia mantenendolo per qualche tempo al limite del livello minimo di sopravvivenza tramite l’elargizione di un magro sussidio di disoccupazione.

Non possiamo dubitare che dietro alle mosse del Governo, nonostante le apparenze contrarie, ci sia una strategia coerente, solida e lungimirante. Possiamo altresì essere certi che questa strategia si rivelerà inaspettata e sorprendente, poiché gli stessi Ministri lo hanno promesso apertamente. Pur non avendo per ora la possibilità di uscire dal campo delle semplici illazioni, ci sentiamo di azzardare un’ipotesi suggestiva: la soluzione al problema della carenza di lavoro è la soppressione fisica del disoccupato. – Continua a leggere >